Le abitudini viziate del tuo bambino: le conosci?

I bambini sono decisamente sfidanti quando si tratta di abitudini. Questo perché nella loro indole tendono a vivere di abitudini. Rappresentano di fatto una certezza nella loro gestione psicologica ed emotiva. Le abitudini aiutano a sviluppare punti di riferimento.

Cosa succede però se le abitudini del tu* bambin* cominciano a viziarsi e se diventano un disagio per lui/lei e la sua salute?

Ti indichiamo qui alcune abitudini che definiamo viziate, poiché possono avere un impatto importante nel tempo sulla salute orale del tuo bambino.

Premettiamo che gran parte di queste abitudini, spesso autorizzate o agite dai genitori, hanno il beneficio della consolazione e del conforto, soprattutto per i bimbi piccoli. Pertanto, non è semplice modificarle e/o eliminarle.

Vediamole insieme:

  • Succhiamento del pollice: quale bambino, seppur per poco tempo non lo ha fatto per consolarsi o semplicemente per accompagnarsi al sonno?
  • Uso prolungato del ciuccio: certo, il ciuccio rappresenta un elemento consolatorio fondamentale. Scegliere un ciuccio in grado di proteggere lo sviluppo palatale diventa quindi basilare per scongiurare un impatto diverso sulla salute e sulla formazione scheletrica del palato del piccolo;
  • Lapis fagia (non è una brutta parola, ma l’abitudine di mordicchiare/suggere le matite): più notato in età scolare, si tratta di un’abitudine che serve a lenire tensioni emotive e stress, provocando però piccoli danni ai denti;
  • Onicofagia (l’abitudine di mangiarsi le unghie): il vizio più correlato allo stress e alla paura.
  • Masticazione delle guance: un’abitudine meno nota, ma spesso rivelatrice, anche lei, di stress e di tensione.
  • Masticazione di stoffa o vestiti: anche questa abitudine, come accade per le altre, presenta una funzione consolatoria o surrogata della suzione da biberon o ciuccio, spesso dovuta ad una mancanza di sicurezza.

Queste abitudini, di solito, si manifestano in tenera età o in età evolutiva, contribuendo pertanto al modellamento della bocca del bambino e dei suoi dentini, fino a richiedere l’intervento dello Specialista in Ortodonzia che dovrà valutare le implicazioni del “vizio” e presentare ai genitori soluzioni mirati per riportare la bocca e i denti in una posizione funzionale migliore e corretta.

Alcune di queste abitudini, se non corrette in tempo, possono compromettere infatti non solo l’estetica ma soprattutto la funzionalità della bocca.
Per saperne di più, puoi rivolgerti per un consulto immediato al tuo Specialista in Ortodonzia.

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Pulire l’apparecchio ortodontico in modo ottimale: cosa occorre?

Apparecchio ortodontico che passione.

Passione in senso realistico, soprattutto se ci riferiamo ai classici brackets, ovvero alle c.d. Stelline.

Pulire l’apparecchio ortodontico è un compito fondamentale per il prosieguo corretto della terapia e rappresenta parte della collaborazione e della motivazione del paziente, che se ne deve occupare in prima persona.

Vediamo insieme, cosa vuol dire effettuare una corretta pulizia di un apparecchio ortodontico classico.

Iniziamo dal KIT di pulizia: come deve essere composto “quello giusto”, che può essere portato anche fuori casa, per effettuare una corretta igiene orale?

  1. Spazzolino ortodontico: si tratta di uno speciale spazzolino, che consente di pulire correttamente apparecchio e denti, favorendo la salute orale.
    In alternativa, Spazzolino elettrico: si tratta di un’ottima soluzione, ma è necessario confrontarsi con l’igienista o il tuo Specialista del Sorriso per conoscere i movimenti e i tempi di permanenza dello spazzolino su ogni singolo dente, al fine di garantirne la detersione completa.
  2. Filo interdentale: fondamentale, non solo in ortodonzia, per eliminare residui interdentali, non facilmente eliminabili dallo spazzolino;
  3. Scovolino: soprattutto dopo i pasti, lo scovolino è studiato per rimuovere i residui di cibo che possono insistere tra i ganci dell’apparecchio e i denti, nonché negli spazi interprossimali.
  4. Pastiglie rilevatrici di placca: nemico pubblico n.1 della salute orale e ancor più in ortodonzia è la placca, che può favorire il proliferare di batteri indesiderati e portare all’infiammazione delle gengive. Le pastiglie rivelatrici, usate correttamente, ti aiutano nell’individuare le zone di accumulo più ostile e provvedere alla rimozione corretta.
  5. Collutorio: (in base all’età) diluito, è un efficace compagno per detergere correttamente dopo aver lavato i denti, rinfrescando il cavo orale.

Ricordiamo che l’igiene orale deve essere garantita sempre al termine di ogni pasto, senza deroghe, soprattutto in presenza di apparecchi ortodontici fissi.


Per saperne di più, ti invitiamo sempre a consultare il tuo Specialista del Sorriso.


Lo trovi qui: asio-online.it/specialisti

Una terapia ortodontica è per sempre

Quanto dura una terapia ortodontica?

Questa è la domanda che spesso ci ponete. E la risposta è tutt’altro che scontata.

Questo perché entrano in gioco diversi fattori che possono rendere la terapia ortodontica più o meno duratura nel tempo. Tra questi, per esempio, includiamo la genetica, i fattori di crescita e le abitudini viziate, condizioni che possono contribuire a rendere meno efficace la durabilità degli effetti della terapia ortodontica.

In linea generale, potremmo affermare che un trattamento ortodontico ben fatto è per sempre, seppur a determinate condizioni.

Il termine “ben fatto” non allude solo alla capacità dello specialista ma anche alla collaborazione e alla motivazione di chi vive la terapia ortodontica in prima persona.

Oltre alle competenze dello specialista, in grado di studiare la soluzione terapeutica più idonea al caso specifico, esiste anche un altro fattore importante che svolge un ruolo fondamentale nella durabilità degli effetti positivi della terapia ortodontica.

Questo fattore è la CONTENZIONE.

La contenzione rappresenta la fase di “mantenimento” dei risultati terapeutici ottenuti, ed è fondamentale per continuare a perpetrare i risultati del trattamento nel tempo.

Questo perché i tessuti e i denti stessi hanno una sorta di memoria, e se non “costretti” a stare nella posizione adeguata, tendono a ripristinare le “vecchie abitudini e posizioni”. Occorre, quindi, un condizionamento, che possa “ricordare” ai denti di stare in quella precisa posizione.

Se si attuano queste accortezze, è possibile allora scongiurare delle recidive?

Ci piacerebbe rispondere “ASSOLUTAMENTE SI!”.

In effetti, il rischio di recidive è veramente basso. Tuttavia, esiste la possibilità che, nonostante tutti gli accorgimenti, le recidive possano comunque presentarsi.

Nei piccoli pazienti in sviluppo, il fattore crescita può influire nella rilevazione di piccole recidive nel tempo che possono essere corrette facilmente se intercettate tempestivamente.

Negli adulti, le ragioni possono essere collegate a postura, abitudini, o anche la perdita di elementi dentali che possano variare lo stato di equilibrio della bocca.

Ma quindi, quanto deve durare un trattamento ortodontico per essere efficace?

Se parliamo di trattamenti in fase di crescita, questo tempo varia in genere da paziente a paziente. Ti ricordiamo che il trattamento ortodontico, anche fisso, richiede una collaborazione da parte del paziente, se non altro per mantenere integro e pulito apparecchio (e sani i denti, naturalmente). Igiene orale, sempre al primo posto, quindi!

Torniamo al tempo: in media un trattamento ortodontico può durare da 15/18 mesi fino a 24/30 mesi. Sono tempi indicativi, poiché ogni trattamento, paziente e terapia è individuale e personalizzata in base alla persona e alla risposta fisiologica.

Per saperne di più? Chiedi al tuo Specialista del Sorriso!