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Consigli per i genitori: le cose da non dire a tu* figli* per la prima visita odontoiatrica

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Consigli per i genitori: le cose da non dire a tu* figli* per la prima visita odontoiatrica

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Il ruolo dei genitori è sempre cruciale nell’approccio e nella crescita dei bambini.

Anche l’approccio al dentista non fa eccezione a questa regola. Diremmo, anzi, che proprio i genitori giocano un ruolo chiave nell’attitudine alla salute orale e ancor meglio nell’avvicinamento al dentista e alla terapia ortodontica.

Come spesso abbiamo ripetuto, la terapia ortodontica ha successo per diversi fattori: tra questi riconosciamo la compliance, ovvero la partecipazione proattiva e collaborativa del paziente, ma anche dei genitori.

In questa ottica, la comunicazione espressa dai genitori è un elemento di attenzione, al fine di motivare il proprio figlio al trattamento e seguirlo nel tempo.

Abbiamo, quindi, stilato alcune espressioni e locuzioni verbali che consigliamo ai genitori di NON utilizzare se vogliamo mantenere alto il livello proattivo e motivazionale del paziente.

Queste le espressioni più comuni da EVITARE:

E’ per il tuo bene. Questa frase è in realtà poco efficace, poiché non si basa sulla comprensione dello stato d’animo del piccolo paziente, quanto sulla necessità della cura, e viene interpretato come una forzatura. Meglio fermarsi a comprendere COME si sente tu* figli* e aiutarlo nel percorso con più serenità, dopo aver ascoltato le sue emozioni;

E’ un trattamento che ha una spesa – oppure – ti abbiamo fatto fare una terapia che ha un impegno e un costo… Per quanto queste parole abbiano una verità insita, non è il sacrificio che motiva i piccoli pazienti, anzi. La collaborazione che ne deriva è basata più su un senso di colpa che su una reale comprensione dell’efficacia del trattamento.

Se non vuoi continuare, smontiamo l’apparecchio e ti arrangi. Una frase che può essere dettata dalla frustrazione e dalla difficoltà. Certamente un trattamento non può essere imposto, ma va spiegato con parole semplici e comprensibili, affinché i piccoli pazienti possano capirne il senso.

Spesso il “quitting”, cioè l’abbandono del trattamento è dettato dalla incapacità del piccolo paziente di gestire emozioni e abitudini variate derivanti dal trattamento stesso.

Pertanto, la prima cosa da fare è assicurarsi, insieme allo Specialista del Sorriso, di avere chiara la sostenibilità del trattamento durante la quotidianità del piccolo paziente.

Solo allora sarà possibile per i genitori aiutare il proprio figlio/figlia a:

  • Mantenere una igiene orale corretta, magari attivando rituali insieme che regalino anche un beneficio di tempo di qualità alla relazione genitore-bambin*;
  • Aiutare tu* figli* a evitare cibi che rendano difficile gestire un apparecchio e spostare la sua attenzione su quelli che invece può concedersi;
  • Controllare, senza pressare, che l’apparecchio venga indossato, soprattutto in caso di terapie funzionali mobili, dove è richiesta una maggiore partecipazione del paziente nella terapia.

Per avere maggiori dettagli sull’approccio con tu* figli* ti ricordiamo di rivolgerti al tuo Specialista del Sorriso nella tua provincia di pertinenza.

Cercalo qui: https://asio-online.it/specialisti/

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