Gli apparecchi per i denti non sono tutti uguali

apparecchio strumentiQuando si parla di apparecchio ortodontico, lo stereotipo più diffuso tende all’associazione con uno strumento generalmente metallico e difficile da portare. In realtà esistono diversi tipi di apparecchi ortodontici, e ciascuno di questi ha funzionalità, scopi e caratteristiche differenti. Ciò che accomuna ogni apparecchio è che il suo utilizzo viene prescritto da un ortodontista specialista, il medico o odontoiatra che perfeziona i suoi studi conseguendo il successivo titolo, nel corso di laurea specialistica in ortognatodonzia.
Ci sono differenti fasi nella terapia di un paziente in cui viene richiesto di portare un apparecchio ortodontico. Esistono infatti:

apparecchi funzionali, ovvero che influenzano la crescita di ossa e muscoli della bocca, e che agiscono quindi sulla posizione della mandibola e sulla stimolazione dei muscoli;
apparecchi ortodontici, cioè che spostano i denti senza agire su ossa o muscoli ma semplicemente sull’applicazione di forze che allineano i denti nelle posizioni desiderate;
apparecchi di contenzione, che servono cioè a mantenere i denti nelle posizione raggiunte, impedendo la recidiva, ovvero il fenomeno per cui la dentatura tende a riprendere le posizioni iniziali;

E’ bene quindi informarsi dal proprio ortodontista specialista di fiducia per conoscere i diversi tipi di trattamenti ortodontici esistenti, e comprenderne le finalità di questi strumenti, che, a volte, richiedono pazienza, ma che giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento di un sorriso sano e bello.

La tecnica linguale mimetizza l’apparecchio

Molti adulti evitano di sottoporsi a trattamenti ortodontici perché temono il confronto con la propria immagine allo specchio, in caso la cura preveda il ricorso ad un apparecchio per denti.

Non riescono a togliersi dalla mente l’idea di una bocca che le applicazioni ed il filo metallico rendono troppo “scintillante”. Queste placchette (o brackets) in metallo, fino a poco tempo fa inevitabili, sono oggi possono essere sostituite dall’equivalente in ceramica o resina, che le mimetizza di più col dente.

Tuttavia per gli esteti più esigenti è stata inventata la tecnica linguale.
Essa consiste nell’applicazione di attacchi e archi metallici non sul lato esterno, ma su quello interno dei denti, rendendoli così assolutamente invisibili a qualsiasi osservatore. L’efficacia di questi apparecchi ortodontici “mimetici” è almeno pari a quella degli apparecchi tradizionali. A volte sono addirittura preferibili a questi ultimi, nei casi in cui il paziente soffra di morso coperto o disfunzioni craniomandibolari, o quando non si vogliono rischiare retrazioni delle gengive o danni allo smalto anteriore dei denti.

Ma questa tecnica ha un piccolo difetto: nelle prime settimane alcuni pazienti lamentano difficoltà a parlare o fastidiose irritazioni alla lingua. Tuttavia il ricorso alla tecnica linguale accompagnata ad una progettazione al computer dell’apparecchio, che viene adattato alla bocca, insieme ad un po’ di pazienza da parte del paziente, rendono questa soluzione la più efficace dal punto di vista estetico.

Quanti di voi conoscevano il significato di “tecnica linguale”? Ecco le simpatiche risposte raccolte per strada da Niccolò Torielli delle Iene,  “specialista del sorriso”.