Mi ha detto un anno e invece…

Una tipica affermazione o lamento dei pazienti in cura con un apparecchio ortodontico è legata al mancato rispetto da parte dell’ortodontista dei tempi di trattamento.

Escludendo situazioni particolari, solitamente la stima dei tempi si basa su medie, ma diventa difficile per qualsiasi specialista in ortodonzia riuscire a predeterminare la risposta biologica individuale del paziente alle sollecitazioni del movimento ortodontico. In alcune situazioni particolari, come in caso di denti inclusi, indubbiamente i tempi si dilatano con reale difficoltà nella predicibilità dei tempi di trattamento. Di sicuro anche la cooperazione del paziente in determinate fasi del trattamento può avere peso nella determinazione dei tempi.Continue reading

Come alleviare il fastidio dell’apparecchio ortodontico

Il trattamento ortodontico che sia di tipo intercettivo o fisso può provocare un po’ di dolore a causa delle forze che inducono il movimento dei denti. In caso di apparecchiature fisse l’utilizzo di chewing gum (The effect of chewing gum on the impact, pain and breakages associated with fixed orthodontic appliances: a randomized clinical trial) può essere d’aiuto per ammortizzare il fastidio legato alla sollecitazione dentale perché stimola il tessuto di sostegno del denti.

In caso, invece, di fastidio legato ai primi fili che utilizza l’ortodontista (sensibili alle temperature) l’acqua fredda può diminuire la tensione del filo riducendo il fastidio.

In un terzo caso di mancato controllo del fastidio legato all’apparecchio, l’assunzione di prodotti omeopatici può aiutare a superare le fasi iniziali del trattamento con maggiore serenità.

Dolore alla mandibola, quali le cause?

I pazienti che soffrono di dolore alle Articolazioni Temporo-Mandibolari (A.T.M.) spesso lo descrivono come un dolore vicino all’orecchio che si manifesta in caso di masticazione o di massima apertura come nel caso di uno sbadiglio. Questo dolore potrebbe essere causato da alterazioni dell’occlusione con coinvolgimento muscolare o semplicemente da parafunzioni (digrignamento o serramento notturno).

È possibile alleviare il dolore articolare sistemando l’occlusione apportando dei piccoli ritocchi occlusali in caso di precontatti oppure applicando un bite terapeutico e nei casi più gravi affiancando una terapia farmacologica di supporto. Continue reading

Aiuto! Si è staccato un bracket!

Durante un trattamento ortodontico può accadere che si distacchi un bracket, una delle piastrine che è parte dell’apparecchio ortodontico.

Può succedere che accada di sabato o domenica, a seguito di qualche alimento particolare. Gli speciaisti in ortodonzia consigliano di portare sempre con sè, durante il trattamento ortodontico,  la cera ortodontica, una cera spciale facilmente malleabile che si applica con semplicità su bracket staccato per proteggere la mucosa.Continue reading

Stomatite aftosa ricorrente: come fronteggiarla

La stomatite aftosa ricorrente è una condizione che si presenta a volte nei pazienti che si sottopongono a trattamento ortodontico ma che viene soprattutto esacerbata da stress, traumi locali (come dopo l’applicazione dell’apparecchio ortodontico), mestruazioni e stati di carenza di vitamine.

Si cura mantenendo un ambiente orale pulito, con spazzolino e dentifricio, e disinfettato facendo 2 sciacqui di clorexidina allo 0,12 % per 7/8 giorni, applicando localmente gel che alleviano il dolore e favoriscono la guarigione.

Se dopo 10 giorni di risciacqui e applicazione di prodotti specifici non si notano miglioramenti significativi ci si può rivolgere al medico, Continue reading

Sherlock Holmes od ortodontista?

La risposta alla domanda del titolo potrebbe essere: entrambi! Infatti, nell’esercizio della sua professione, un ortodontista deve ricorrere a un modus operandi che non si discosta molto da quello adottato dal celebre investigatore nato dalla penna di Arthur Conan Doyle.

Per definire la storia medica del paziente (cosiddetta anamnesi medica e ortodontica), eventuali problematiche generali, trattamenti ortodontici già effettuati, abitudini alimentari o atteggiamenti particolari, lo specialista in ortodonzia deve raccogliere diverse informazioni dal paziente, indagando quindi sul suo “passato clinico”.

Questa raccolta di dati, insieme alle impronte, alle radiografie ed alle fotografie del paziente, rappresenta quello che viene chiamato Studio del Caso il mezzo attraverso il quale l’ortodontista esamina la situazione, definisce una diagnosi e formula un piano  di trattamento ortodontico dettagliato. Continue reading

Un sorriso a… 28 denti!

Oggigiorno a causa del raffinamento dei cibi che mangiamo, molto più cucinati rispetto ai cibi crudi consumati dall’uomo primitivo, l’ampiezza delle arcate dentarie si è progressivamente ridotta in modo da ospitare sempre più difficilmente 32 denti. A tal proposito potremmo fissare a 28 il numero di denti più che utili per la masticazione, escludendo i denti del giudizio che arrivano per ultimi intorno ai 21 anni e non riescono a trovare lo spazio necessario. Molto spesso riescono solo parzialmente a fare la loro comparsa in arcata creando non pochi problemi per il mantenimento della loro igiene.

Questa è la motivazione principale per cui l’estrazione dei denti del giudizio viene spesso prescritta dallo Specialista in Ortodonzia.

Inoltre, anche se in piccola percentuale, la spinta legata alla loro eruzione potrebbe alterare l’allineamento raggiunto dopo il trattamento ortodontico qualora lo spazio in arcata sia veramente ridotto.Continue reading

Quand’è il momento ideale per portare mio figlio da uno Specialista in Ortodonzia?

Come convengono la totalità delle linee guida internazionali sulla prevenzione, l’età ideale per una prima visita per valutare il bisogno di un trattamento ortodontico dovrebbe essere tra i 5 ed i 7 anni. Così, si permette allo Specialista di valutare con attenzione lo sviluppo e la crescita delle arcate dentarie, lo sviluppo della corretta funzione della lingua e dei muscoli e la progressiva eruzione dei denti.Continue reading

E dopo l’apparecchio ortodontico… la placca di Hawley

 Chiunque si sia sottoposto a un trattamento ortodontico attivo si ricorderà per sempre del momento in cui gli è stato tolto l’apparecchio ortodontico: dopo mesi di impegno e sacrificio vedere i propri denti sani e perfettamente allineati regala una grande soddisfazione.

Per conservare nel tempo il risultato raggiunto è importante seguire le indicazioni dello specialista ed indossare correttamente e con costanza le apparecchiature di contenzione. Una delle più utilizzate è la placca di Hawley. Si tratta di un dispositivo rimovibile in resina, mantenuto stabile sui denti grazie a dei piccoli ganci sui molari, e con un archetto metallico esterno.Continue reading

Apparecchio fisso e elastici intraorali: sinergia ideale

 A volte lo specialista in ortodonzia può decidere, nel suo piano di trattamento condiviso con i familiari, di applicare al piccolo paziente un’apparecchiatura ortodontica di tipo fisso, perché per determinate problematiche ed in base ad un’attenta diagnosi, può risultare più efficace  rispetto  ad  un dispositivo rimovibile.Continue reading